Zverev torna a camminare dopo l'infortunio alla caviglia: "Non ho ancora rinunciato allo US Open"

2022-07-23 02:00:47 By : Ms. lili chen

Non è ancora chiara la data del rientro, ma il n.2 al mondo spera di farcela per l’Open americano: “E’ un percorso che mi tocca fare, forse tornerò ancora più forte”

Dopo il grave infortunio alla caviglia destra rimediato in occasione delle semifinali del Roland Garros 2022 che lo ha costretto ad un’operazione chirurgica, Alexander Zverev è tornato ad allenarsi fisicamente durante la settimana di Wimbledon. “Il mio tipo di stagione sull’erba quest’anno”, con queste parole, precedute da una foto in cui si allena sulla cyclette, il tedesco tranquillizzava i fans circa il suo stato di salute.

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Nelle ultime ore sono arrivati aggiornamenti sempre attraverso i suoi canali social, dove si vede Zverev cominciare a camminare sulla caviglia infortunata, seppur con un tutore all’altezza della parte interessata dal guaio che ha riguardando la lesione di diversi legamenti. Non è ancora possibile definire con certezza quando Zverev possa tornare in campo ufficialmente. Certo gli US Open a fine agosto sono l’obbiettivo, ma tutto dipenderà dalla velocità della riabilitazione. E lo stesso Zverev ha dichiarato al media tedesco RTL: “Posso già mettere un po’ di peso sulla gamba, sto per camminare senza stampelle, ecco una bella sensazione e vedremo come va. Non ho ancora rinunciato agli US Open e ovviamente voglio far parte della Coppa Davis. Questo è un obiettivo, perché io e mio fratello abbiamo anche aiutato con l’organizzazione a portare la Coppa Davis ad Amburgo”. Vedremo se Sascha sarà in grado di giocare a fine agosto in questo anno per lui davvero molto difficile. “E’ una situazione che bisogna attraversare, e in un certo senso non vedo l’ora di iniziare la riabilitazione. Ognuno ha la sua strada e il suo percorso: forse tornerò ancora più forte”.

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Casper Ruud vince in due tie-break contro Jaume Munar. Ramos-Vinolas deve sudare quasi tre ore per piegare la resistenza del redivivo Nicolas Jarry

Dopo il match riacciuffato per il rotto della cuffia da parte di Matteo Berrettini contro lo spagnolo Pedro Martinez, si sono disputati anche gli altri quarti di finale dell’EGF Swiss Open Gstaad.

Sagra di tie-break, ben quattro, negli ultimi due incontri disputatisi tra le alpi svizzere: prima la testa di serie n. 1 Casper Ruud ha avuto la meglio dello spagnolo Jaume Munar per 7-6(3) 7-6(4) in una partita molto equilibrata durata ben due ore e 17 minuti. Ruud era andato avanti di un break sia nel primo sia nel secondo parziale, ma si era sempre fatto riprendere chiudendo il set solamente al “gioco decisivo”. Nel secondo set Munar ha anche avuto due set point, dopo essere risalito da 2-4 a 5-4 ed essersi portato sul 15-40 sul servizio di Ruud, ma il norvegese è uscito dalla situazione in maniera brillante e con un po’ di brivido, visto che la sua volée sulla seconda palla set ha “baciato” il nastro nel passare sopra la rete.

L’avversario di Ruud sarà lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, che è uscito vincitore da una maratona di quasi tre ore contro il qualificato cileno Nicolas Jarry (con un passato da Top 40) per 7-6(4) 4-6 7-6(8). Terzo set in particolare combattutissimo, nel quale Jarry era andato in vantaggio di un break sul 4-3, senza però riuscire a consolidare nel turno di battuta successivo facendosi riprendere sul 4-4. Nel tie-break decisivo finale al cardiopalmo, con Ramos che non approfittava di due match point sul 6-5 e sul 7-6, prima di dover salvare il match annullando il punto partita al cileno con una bella prima di servizio. Il terzo match-point per Ramos-Vinolas era quello buono, siglato da un passante di rovescio lungolinea che atterrava sulla riga laterale.

I precedenti tra Ruud e Ramos-Vinolas vedono lo spagnolo in vantaggio per 4-2, ma è stato Ruud a vincere le ultime due sfide e l’ultima affermazione dell’iberico risale all’estate del 2019 quando Ruud non era ancora il top-10 affermato che è ora.

In precedenza, il primo quarto di finale della giornata aveva visto Dominic Thiem superare in due set il qualificato peruviano Juan Pablo Varillas. L’austriaco sarà quindi l’avversario di Berrettini in semifinale: il romano conduce per 3 vittorie a 2 nei precedenti scontri diretti, l’ultimo dei quali però risale al gennaio del 2021.

Lo spagnolo dopo aver rischiato nei primi turni, non ha problemi contro il russo: sesta semifinale stagionale per lui. Francisco è sulla nuvola della racchetta, ci si augura che Musetti la sgonfi

Nel terzo quarto di finale in programma all’Hamburg European Open, la prima testa di serie del tabellone Carlos Alcaraz ha staccato il pass per la semifinale, strapazzando con una prestazione maiuscola il n. 7 del seeding Karen Khachanov. Il 19enne murciano, dopo aver sofferto nei primi turni il cambio di superficie – come gli accadde anche nel passaggio da Miami a Montecarlo, con il sonoro ko subito per mano di Korda – ha infatti lasciato per strada solamente due game, chiudendo la pratica con tanto di bagel in poco più di un’ora di gioco con lo score di 6-0 6-2. Per Carlitos quello di domani sarà il sesto penultimo atto del 2022, il decimo complessivo in carriera. In quattro delle precedenti cinque occasioni, in cui in stagione ha raggiunto la semifinale, ha poi alzato il titolo. L’unica eccezione è rappresentata dalla ventosissima partita contro Rafa Nadal, nel deserto californiano di Indian Wells. Match che pur vincendolo costò al maiorchino un infortunio da stress alle costole, con conseguenti tre mesi di stop.

CARLITOS SCHIACCIANTE, CONTRO UN’AVVERSARIO DISARMATO – L’affermazione del n. 6 del mondo sul 26enne moscovita, conferma la superiorità schiacciante da parte del baby fenomeno iberico nel confronto tecnico con il campione di Parigi Bercy 2018. Un divario che era parso già netto nel loro primo scontro, andato in scena poco più di un mese fa sulla terra parigina. Agli ottavi di finale il risultato recitò 6-1 6-4 6-4 in favore del vincitore del Masters 1000 della Florida, fornendo delle sensazioni molto chiare sull’impossibilità del moscovita di scardinare il gioco dell’Alcatraz delle Furie Rosse. Anche nel duello sul rosso della cornice anseatica, l’andamento del match ha rispecchiato le medesime partiture tattiche ascoltate in tutta la loro melodiosità nella città dell’amore. Melodie ovviamente tutte di stampo spagnolo, con il giocatore di El Palmar che ha letteralmente surclassato il suo avversario impartendoli la cosiddetta “lezione”.

Dopo il bagel senza storia, che ha aperto le danze, il n. 26 ATP è stato in grado quantomeno di reggere un po’ di più l’onda d’urto furibonda della tempesta murciana. Per la precisione sino al sesto game della seconda frazione, quanto Karen non ha saputo cogliere l’unica possibilità di break avuta in tutto l’incontro. Una chance che avrebbe ristabilito immediatamente la parità, dopo che nel gioco precedente Alcaraz aveva centrato l’allungo anche nel secondo set, arrivato successivamente ad un inizio di frazione più regolare rispetto al resto della partita. Ebbene, se in giornate come queste, quanto dall’altra parte del campo l’indomita trance agonistica non cenna minimamente a scemare, e anzi aumenta la propria intensità con il passare dei minuti; beh il tennista che ha subito l’aggressività altrui in modo incessante non può permettersi di sciupare l’unica possibilità avuta a disposizione, almeno per giocarsi al rush finale la conquista di un terzo e conclusivo set. Numeri eccellenti in battuta per Carlos: 74% di prime in campo, il 71% di realizzazione e per non farsi mancare nulla un ottimo 73% (8/11) di trasformazione con la seconda a dimostrazione dell’eccezionale efficacia del suo kick, che specie su questa superficie è letale. La medaglia d’argento dei Giochi Olimpici di Tokyo però ci ha messo del suo, nel supportare al meglio lo spettacolo balistico del n. 3 della Race verso Torino, con una performance assolutamente deficitaria con la seconda di servizio: un inaccettabile 14% (2/14). Mentre l’ex. 8 del ranking si consola con un torneo comunque ben disputato, buttando fuori anche il Fogna nazionale, Carlos dal canto suo è pronto a continuare la sua corsa verso il quinto titolo stagionale, il terzo in un appuntamento di categoria ‘500’ dopo quelli già ottenuti – sempre sul mattone tritato – a Rio ed in patria a Barcellona.

In apertura di giornata, invece, abbiamo assistito all’ottava meraviglia di Francisco Cerundolo. Il 23enne di Buenos Aires è senza ombra di dubbio nel momento più brillante della carriera, e guardando l’anagrafe i margini di miglioramento per poter ambire ad un futuro ancor più roseo e condito da un numero di soddisfazioni sempre maggiore non è per nulla utopia. Dopo il successo trionfante nella Scandinava svedese, giunto grazie alla vittoria nella stracittadina tra bonarensi, il fratello maggiore di Juan Manuel ha dato seguito al primo alloro nel circuito maggiore ottenendo la seconda semifinale consecutiva. La sua vittima è stata ancora una volta il russo Aslan Karatsev, dopo averlo già estromesso a Bastad nei quarti di finali, il neo Top 30 albiceleste si è ripetuto sempre allo stesso punto della settimana. In questa circostanza, il semifinalista dell’Open d’Australia si è tolto almeno lo sfizio di portare l’argentino al terzo.

ASLAN FÀ SOFFIRE L’ARGENTINO, MA ANCORA UNA VOLTA ESCE A MANI VUOTE – Ma alla fine, nonostante una battaglia di quasi due ore e mezza di lotta, il n. 37 delle classifiche si è arreso per 3-6 6-4 7-6(4). Un match che poteva concludersi anche in maniera più agevole per Cerundolo, visto che nel secondo set era avanti 4-1 prima di cedere la frazione con un filotto di cinque giochi a zero a favore del russo. Al contrario, l’avvio del parziale finale rappresenta invece un rammarico proprio per l’ex top 15 di Vladikavkaz. Aslan è volato sul 3-1, con anche due palle break per il doppio vantaggio. Sfumato lo strappo pesante ha restituito l’unico break in suo possesso, per poi salire di nuovo al comando e tremare al momento di mettere in ghiaccio il set. Le troppe occasioni mancate, si sono riversate sulle spalle del russo come un macigno insostenibile, che lo ha costretto ad arrendersi per 7 punti a 4. La vera differenza nel match è stata dettata dalla capacità di concretizzare i break point avuti: l’83% per il sudamericano contro il 50% del russo, su un totale di possibilità complessive analogo. Ora Francisco non ha la minima intenzione di fermarsi, ma il nostro “Muso” ha cattive – per lui -intenzioni: vuole la prima semifinale in stagione. Vedremo chi la spunterà.

“Dev’essere una festa per i circoli fiorentini”: Il presidente FIT Angelo Binaghi, alla presentazione dell’UniCredit Firenze Open

Partendo dalla fondazione della Federazione Italiana Tennis nel 1910, passando per le tante edizioni del Torneo di Firenze (qui tra aneddoti e ricordi ne ripercorre la storia il direttore Scanagatta), la città toscana è indubbiamente legata alla storia di questo sport nel nostro paese. Ora è tutto pronto per l’edizione 2022 dell’UniCredit Firenze Open, un ATP 250 che si disputerà dal 10-17 ottobre 2022. “Confermato il montepremi totale di 620.000 euro, mentre il budget per una manifestazione del genere è confermato tra 1 e mezzo e 2 milioni di euro” ha spiegato Binaghi.

Ieri, giovedì, si è svolta la conferenza a cui hanno preso parte anche il sindaco di Firenze Dario Nardella (qui la sua intervista esclusiva con Ubaldo Scanagatta), e il direttore del torneo Paolo Lorenzi all’esordio in questo ruolo. “Palazzo Vanni è spettacolare, sembra fatto apposta per questi eventi; il campo da tennis ci sta in maniera perfetta. Un posto incredibile per giocare” ha detto l’ex numero 33 del mondo rispondendo a Scanagatta. Qui trovate l’intervista esclusiva.

Oltre a loro c’era come detto anche il presidente FIT Angelo Binaghi il quale, rispondendo alle domande del direttore Scanagatta, ha così spiegato favorevole posizione in calendario del torneo fiorentino:

“La mancanza di tanti punti in calendario – in maniera anomala e straordinaria – fa sì che anche solo per questione di punti, un 250 abbia molto più valore, sia quasi un 500. Una combinazione di fattori straordinaria; giocatori italiani forti che sono un po’ indietro nella Race e devono trovare punti per andare a Torino, in contemporanea c’è un torneo a Gijon che come città non ha la fama che ha Firenze. Il fatto che quest’anno ci siano pochi punti ATP sono fattori concomitanti, irripetibili e ciò ci dice che dobbiamo aspettarci un livello assolutamente irripetibile per un torneo di questo livello”.

Inoltre Binaghi si è espresso anche sull’influenza che questo evento avrà sugli altri circoli della città: “Questa deve essere una festa per i circoli fiorentini, ma anche un’occasione per completare il loro pacchetto di esperienze in tema di organizzazioni di grandi manifestazioni perché devono poter tornare ad andare da soli nell’ambito delle organizzazione del tennis mondiale, perché assieme a loro, garantendo la copertura finanziaria della Federazione, vogliamo che il grande tennis maschile e femminile rimanga a Firenze per un gran numero di anni”.

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