È un appuntamento da non perdere. Chi è molto giovane avrà scoperto Gilles Villeneuve dal docu-film “L’Aviatore”, trasmesso martedì sera su RAI 2, o da “Gilles Villeneuve, il canadese volante” nello speciale di Sky Sport condotto da Giorgio Porrà. Due testimonianze di altissimo livello che non possono aver lasciato insensibile al mito del pilota canadese un appassionato di motori che si è avvicinato alla F1 magari grazie a Drive to Survive, la serie di Netflix.
Sono trascorsi 40 anni dalla tragedia di GIlles e la sua storia è diventata leggenda. Lo sanno bene quei fan che erano stati colpiti da quella che Marcello Sabbatini, direttore di Autosprint, aveva chiamato la “Febbre Villeneuve”. Una “malattia” del tifo che ha il potere di… contagiare anche oggi a quattro decenni da quell’8 maggio di Zolder.
Le tute ignifughe di Gilles Villeneuve
Se volete la conferma, allora dovete andare al Museo Cantina Giacobazzi/Gavioli di Nonantola in un giorno fra il 14 maggio e il 31 luglio, dove è stata allestita “la” mostra “Gilles 40 sulle ali del vento”.
Di celebrazioni di Villeneuve in questo periodo ce ne sono, giustamente, molte, ma questo appuntamento ha qualcosa di… speciale. La famiglia Giacobazzi, dopo essere stata sponsor del piccolo pilota ferrarista, ha raccolto in nome dell’amicizia con Gilles, tutto ciò che potesse ricordare il campione canadese.
E la mostra di Nonantola è uno straordinario compendio di un lavoro durato anni, frutto della passione di chi vuole portare alla gente chi fosse Villeneuve. In “Gilles 40 sulle ali del vento” c’è la possibilità di ammirare una serie di cimeli, ognuno dei quali potrebbe raccontare una storia, dei retroscena.
Il muso della 126 C2 di Gilles Villeneuve
Volete un esempio? La punta del muso della 126 C2 crepato è stato donato a Jonathan Giacobazzi dopo che alla morte del direttore dell’autodromo di Zolder è stato aperto il testamento nel quale era scritto che il reperto (trovato nella via di fuga della pista belga) gelosamente custodito doveva essere consegnato a chi avrebbe saputo valorizzare il ricordo di Gilles.
E allora nelle teche della mostra allestita da Matteo Brusa e realizzata dai tecnici di Vision Up saranno visibili alcuni feticci della 126 C2 di Zolder come i guanti, la cintura di sicurezza, il pedale dell’acceleratore e il volante con la corona deformata, prestato da Renata Nosetto, ma non mancheranno tute, caschi e altri memorabilia usati da Gilles.
Il casco originale di Gilles Villeneuve
In un contesto fatto anche di filmati, gigantografie, interviste e testimonianze originali è possibile ammirare alcune “perle”: il cambio e la carrozzeria della 126 C2, le carrozzerie della Ferrari 312 T3 e della T5 e la Ferrari 312 T4.
Chi vi scrive ha avuto il privilegio di toccare alcuni di questi cimeli e i brividi che sono scesi lungo la schiena nel contatto fisico, non sono facilmente descrivibili con le parole, quasi aleggiasse una sorta di presenza che ha cancellato il tempo, 40 anni, per scatenare emozioni fortissime.
L’anniversario di Gilles, dunque, è valorizzato da un percorso espositivo di oltre 1.500 mq: nei grandi spazi del Museo Cantina, i visitatori potranno prima scoprire un ricco repertorio di oggetti della civiltà contadina e di storia locale prima di immergersi nella mostra su Villeneuve.
L’allestimento realizzato grazie al contributo di ACI Italia, main sponsor dell’evento e col supporto di BPER Banca e B.I.G. Ciaccio Arte, assicura la narrazione delle imprese del campione che ha vissuto l’esistenza come una sfida ad ogni limite.
Una sezione della mostra ospiterà una selezione di 20 opere di Alessandro Rasponi, che ha realizzato una serie di quadri dedicati a Villeneuve e alla Ferrari.
La mostra sarà visitabile da martedì a domenica dalle 9 alle13 e dalle 15 alle 19. Il biglietto intero costa 8 euro, mentre il ridotto di 6 euro è per i possessori di carta di credito o bancomat BPER Banca e i tesserati all’ACI o al Club ACI Storico.
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