DS 9 250: la regina del comfort - Prova su Strada - Icon Wheels

2022-05-28 21:45:06 By : Mr. Jacky Xiu

Abbiamo provato la DS 9 250: la variante a trazione anteriore dell'ammiraglia ibrida plug-in benzina francese è una "berlinona" comoda e lussosa ricca di tecnologia (spesso, però, poco intuitiva)

La DS 9 è un’ammiraglia francese che non si vede spesso sulle nostre strade eppure ha tutte le carte in regola per competere ad armi quasi pari con le concorrenti tedesche. “Quasi” perché alla berlinona transalpina manca un elemento fondamentale per conquistare i clienti di questo segmento: un marchio blasonato sul cofano.

Nella nostra prova su strada abbiamo testato la DS 9 250 – variante a trazione anteriore – nel lussuoso allestimento Rivoli+: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.

La DS 9 250 protagonista della nostra prova su strada monta un motore 1.6 turbo benzina da 200 CV e 300 Nm di coppia abbinato a un’unità elettrica da 110 CV e 320 Nm di coppia e a una batteria agli ioni di litio da 15,6 kWh – ricaricabile in 2 ore e 23 con il caricabatterie di bordo da 7,4 kW – che garantisce un’autonomia di 61 km in modalità elettrica.

L’unione tra questi due propulsori ha permesso di creare un powertrain ibrido plug-in da 250 CV e 360 Nm di coppia. La velocità massima è di 240 km/h (135 chilometri orari in EV).

La DS 9 250 Rivoli+ protagonista della nostra prova su strada ha un prezzo di 61.700 euro e una dotazione di serie che comprende:

La DS 9 – in quanto ibrida plug-in – andrebbe acquistata da chi percorre pochi chilometri al giorno e ha la possibilità di caricare spesso la batteria. In questo modo è possibile percorrere quasi 50 km in elettrico – se non si schiaccia troppo a fondo il pedale dell’acceleratore – nel massimo comfort.

Quando si esaurisce il “pieno” di energia l’ammiraglia d’oltralpe si rivela particolarmente efficiente (merito della tecnologia PHEV ex-PSA, quella basata sul 1.6 a benzina per intenderci): sulle strade statali, adottando uno stile di guida tranquillo, si riesce a stare sopra quota 15 km/l mentre in autostrada il valore scende a circa 12 chilometri con un litro. Numeri interessanti per una vettura così grande.

Se non avete mai visto una DS 9 dal vivo sappiate che in presenza è molto più bella che in foto: solo girandole intorno è possibile notare il profilo slanciato quasi come quello di una coupé e la coda corta che nasconde un bagagliaio sorprendentemente ampio se si considerano i vani di altre rivali ibride plug-in o full hybrid.

Le note stonate si trovano invece nel frontale (un po’ pesante, anche per via dell’enorme barra cromata che attraversa longitudinalmente il cofano) e negli interni: le finiture sono curatissime ma alcune personalizzazioni (come la Opera Art Rubis, optional a 4.800 euro, presente sull’esemplare della nostra prova su strada) sono un po’ esagerate. Troviamo “sciccherie” come i sedili in pelle Nappa con cucitura a “point perle”, i sedili anteriori e posteriori riscaldabili, ventilati e con funzione massaggio e un pulsante che permette a chi si accomoda dietro di spostare in avanti il sedile del passeggero anteriore ma la tonalità rubino dell’abitacolo rende il tutto un po’ troppo barocco e la sparizione dell’utile divano dietro abbattibile 2/3-1/3 riduce la versatilità.

Si gira la chiave e ci si ritrova a guidare in un salotto in movimento: in modalità elettrica si viaggia – ovviamente – nel massimo silenzio e quando interviene il 1.6 a benzina lo fa con garbo (a meno che non gli si chieda di dare tutto in accelerazione). Nonostante le dimensioni esterne generose la DS 9 si comporta bene nel traffico – merito dei sensori di parcheggio anteriori e posteriori e della visuale a 360°  Surround View – e sui dossi e sulle buche si può contare sul DS Active Scan Suspension: un sistema che rileva le imperfezioni della strada nei 25 metri che precedono l’auto e regola i quattro ammortizzatori in tempo reale e in maniera indipendente. In poche parole: una “segmento E” non sempre morbida ma solo quando serve davvero.

L’eleganza della DS 9 la noti al primo sguardo, la versatilità appena ci sali sopra e/o apri il bagagliaio mentre per la comodità bastano pochi chilometri percorsi da guidatore o – meglio ancora – da passeggero. Per apprezzare l’efficienza basta invece vedere i dati dei consumi sul computer di bordo quando non si affrontano tratti autostradali.

L’ammiraglia ibrida plug-in francese nasce per offrire il massimo comfort ma non trascura il piacere di guida: il motore offre prestazioni interessanti (8,1 secondi  per accelerare da 0 a 100 km/h e una buona reattività ai bassi regimi dovuta al supporto elettrico) e nelle curve si comporta discretamente pur non essendo il suo habitat ideale. Merito di uno sterzo sensibile al punto giusto, di un cambio automatico (convertitore di coppia) a otto rapporti estremamente fluido nella risposta e di sospensioni in grado di adattarsi a qualsiasi situazione.

La DS 9, però, non è l’auto perfetta e non le manca solo un marchio blasonato per sfondare: il cruscotto è un po’ confusionario, il sistema di infotainment è poco intuitivo e alcuni comandi utili sono nascosti (come la regolazione degli specchietti retrovisori) o lontani dal guidatore (come le doppie frecce). Attendiamo con ansia un restyling che intervenga su questi difetti e su alcune scelte stilistiche che non hanno convinto tutti: magari un lifting ispirato alla più riuscita DS 4.

Ami l’eleganza e la raffinatezza, detesti le SUV e vuoi viaggiare coccolato nel massimo comfort. Possiedi un garage e ogni notte ricarichi la batteria.

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