di Alice Dutto - 17.03.2020 - Scrivici
L'articolo 172 del Codice della Strada, in teoria, consente alle future mamme "in condizioni di rischio particolari" - che devono essere certificate dal ginecologo - l'esonero dall'uso delle cinture di sicurezza. Una richiesta che spesso fanno le mamme giunte all'ultimo trimestre di gestazione, quando la pancia diventa più grande e ingombrante.
Come sottolinea il Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva dell'Emilia Romagna, tuttavia, "in realtà non disponiamo di conoscenze su quali siano le condizioni di rischio nelle quali non utilizzare le cinture di sicurezza potrebbe rappresentare un vantaggio". Al contrario, la letteratura scientifica offre numerose prove dei "benefici conseguenti all'impiego, anche in gravidanza, della cintura di sicurezza durante i viaggi in automobile, anche per brevi spostamenti".
In altre parole: anche se in teoria per legge sono possibili esoneri per particolari condizioni di rischio certificate dal ginecologo, nella pratica non si sa esattamente quali potrebbero essere queste condizioni e il consiglio generale è quello di indossare la cintura di sicurezza per tutto l'arco della gravidanza.
Lo conferma anche l'ACI: "L'uso della cintura non è escluso, ma anzi è raccomandato durante la gravidanza". Proprio per questo, il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ginecologia e Ostetricia in Humanitas San Pio X - sconsiglia di richiedere l'esenzione solo perché la pancia è diventata più voluminosa: "Il rischio in cui in caso di incidente incorrono le mamme senza cintura di sicurezza è infatti molto più grave rispetto a quello che potrebbero causare gli stessi sistemi di ritenuta ".
La posizione espressa dalle Linee guida è molto chiara: "I professionisti devono informare le donne che in gravidanza l'uso della cintura di sicurezza non presenta dei rischi e risulta efficace nel ridurre le conseguenze di un incidente. I professionisti devono anche informare le donne del corretto uso della cintura di sicurezza".
Soprattutto all'inizio, le mamme temono che le cinture di sicurezza possano causare un aborto spontaneo. "Ma questo non è vero - rassicura Bulfoni - Nelle prime settimane di gravidanza, infatti, la cintura non è vicina all'utero e quindi in caso di urto non ci sono problemi relativi al sistema di ritenuta".
I sistemi di ritenuta potrebbero causare problemi in caso di violento impatto del veicolo, quindi se c'è un grave incidente. In questo caso, la cintura blocca il corpo per evitare che si muova in avanti e vada a sbattere contro il sedile di fronte o sfondi il parabrezza. Per fare ciò, esercita una pressione su tutto il corpo, coinvolgendo anche la parete addominale.
"Nel secondo e soprattutto nel terzo trimestre, la parete addominale è molto vicina a quella uterina" spiega Bulfoni. "Ciò vuol dire che ci possono essere ripercussioni che, nel peggiore dei casi, possono provocare un distacco della placenta e un parto pretermine. Se questo è vero, è anche vero che in un caso del genere non avere la cintura allacciata potrebbe portare a conseguenze molto peggiori, come un serio trauma per la madre che, allo stesso modo, potrebbe ripercuotersi negativamente sul bambino".
In più, è difficile imputare con certezza alla cintura di sicurezza un eventuale parto pretermine: «"uesto evento potrebbe essere causato dalla dinamica stessa dell'incidente o dallo spavento della mamma per l'urto. Tutti elementi che potrebbero contribuire ad avviare le contrazioni prima del tempo".
In effetti, vari studi mostrano una chiara associazione fra il non utilizzo delle cinture di sicurezza in gravidanza e l'aumento della frequenza di esiti avversi per la mamma e per il feto, tra i quali appunto distacco della placenta, parto pretermine, rottura prematura delle membrane e mortalità fetale.
Come ricorda sempre il Centro di documanzione sulla salute perinatale e riproduttiva, indicazioni molto chiare su come posizionare la cintura in modo corretto, affinché sia comoda e sicura, sono presenti in un articolo pubblicato sull'American Family Physician (rivista scientifica dei medici di famiglia americani):
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